Nel gennaio del 1983, Steve Jobs riunì un Team di sviluppatori Apple in un ritiro fuori sede a Carmel in California. Il Team era impegnato nello sviluppo del primo Mac, il personal computer di grandi ambizioni dell’azienda, e alcuni dipendenti sentivano che il progetto stava perdendo il suo spirito combattivo. Così Jobs propose a questo Team di sviluppatori: “È meglio essere un pirata che unirsi alla marina”.
Non si trattava di mappe del tesoro e bende sull'occhio. Essere un pirata significava muoversi velocemente, senza essere gravati da burocrazia e politica, significava essere audaci e coraggiosi, disposti a correre rischi notevoli per ottenere maggiori ricompense.
Le startup in fase iniziale sono molto simili alle navi pirata. I “pirati” non convocano una riunione per decidere cosa fare: agiscono rapidamente, vedono opportunità dove altri non le vedono e si prendono dei rischi. E hai bisogno di questo spirito corsaro per sopravvivere quando le palle di cannone volano e le probabilità sono contro di te.
Mi ricordo ancora la frase preferita di Alice: investiamo in Team, Team, Team, mercato, idea. Quando costruisci una startup, il tuo team è la prima risorsa per far crescere e sviluppare un'organizzazione sostenibile.
Se vuoi salire a bordo di questo razzo Workbloom e diventare un Bloomer, dai un'occhiata di seguito..
1. WorkBloom è una start up che nasce dal desiderio di 6 professionisti di trasformare in pratica un’idea, uscire dagli schemi ordinari e divertirsi ad esercitare la creatività oltre i contesti aziendali dove lavoriamo.
2. WorkBloom è la nostra palestra e come tale sarà anche faticosa, richiede costanza ed impegno.
L’alternativa è fare quello che abbiamo sempre fatto e avere quello che abbiamo oggi.
3. WorkBloom non è un centro di ascolto dei problemi, piuttosto delle soluzioni instancabilmente presenti.
4. WorkBloom oppone al pessimismo della razionalità, l’ottimismo della volontà di creare. Non sarà perfetto ma con degli obiettivi, con l’organizzazione e la determinazione ci andremo molto vicini.
5. I Bloomers hanno deciso che l’attitudine conta l’80%, le competenze il 20%.
L’attitudine determina le scelte, le scelte determinano i risultati.
Ognuno di noi, lavorerà sulla propria attitudine e sulle “regole del gioco”:
Mi piace la gente che vibra, che non ha bisogno di essere spinta, a cui non devi dire di fare le cose, ma che al contrario sa quello che c’è da fare e lo fa, la gente che coltiva i propri sogni fino a quando tali sogni si impadroniscono della realtà stessa.
Mi piace la gente che ha il senso della giustizia, che lotta contro le avversità, la gente sincera e franca, capace di opporsi con argomenti ragionevoli alle decisioni degli altri, mi piace la gente capace di criticarmi costruttivamente e di fronte, senza ferirmi. Mi piace la gente capace di assumersi le conseguenze delle proprie azioni.
Mi piace la gente che conosce l’importanza dell’allegria e la diffonde, la gente che ci insegna a prendere la vita con buon umore, mi piace la gente che non perde mai il suo lato bambino.
Mi piace la gente che non sparisce quando si tratta di raggiungere obiettivi e idee, la gente che non si vergogna di riconoscere di essersi sbagliata o di non sapere qualcosa, mi piace la gente che, nell’accettare i propri errori, si sforza di non commetterli più.
Mi piace la gente che cerca soluzioni, la gente fedele e persistente, la gente che ha personalità e dà il meglio di sé, mi piace la gente che aiuta generosamente senza sperare niente in cambio.
La sensibilità, il coraggio, la solidarietà, la bontà, il rispetto, la tranquillità, l’allegria, l’umiltà, la fede, la felicità, il tatto, la fiducia, la speranza, la riconoscenza, la sapienza, i sogni, il pentimento e l’amore verso gli altri e verso se stessi, sono cose fondamentali per chiamarsi “gente”.
Con gente come questa mi impegno per qualsiasi cosa per il resto della mia vita, dal momento che, per il semplice fatto di tenerla al mio fianco, mi sento ben retribuito.
Mario Andretti.
Workbloom è uno dei sistemi di consulenza più innovativi che nasce negli Stati Uniti come “side hustle”, ovvero offre ai manager aziendali la possibilità di utilizzare le proprie competenze anche al di fuori delle aziende per cui lavorano. Questo consente di mettersi in gioco in una diversa sfida professionale e al contempo di aprire un proprio business parallelo.
La nostra selezione è dunque molto accurata.
Il nostro candidato ideale è una persona che si riconosce nei valori di Workbloom ed aspira a diventarne ambasciatore, per farli vivere quotidianamente nelle aziende clienti.
È un professionista che non è in concorrenza con la sua azienda e vuole mettere a frutto la propria esperienza e le proprie competenze manageriali, necessarie per guidare un business di successo, in un’attività imprenditoriale.
Si distingue per le seguenti caratteristiche:
Diventare un Bloomer significa:
Cerchiamo persone abituate a vedere le cose da prospettive diverse, che abbiano come traino nella loro vita l’imparare cose nuove e che siano motivate a intraprendere una parternship di “side hustle” con Workbloom.
Esperienza professionale: 10 anni e più
Contratto: Collaborazione freelance, non in concorrenza con la tua azienda.
Background: Aziende Multinazionali
R: Il Bloomer beneficia di una fonte di reddito aggiuntiva grazie all'opportunità di impegnarsi in attività extra senza lasciare il proprio lavoro attuale.
R: Il datore di lavoro può usufruire di formazione a costo zero, un aumento della produttività e la creazione di uno specifico patto di retention, oltre a una riduzione delle richieste di aumenti salariali.
R: E’ una collaborazione freelance, il Bloomer dovrà quindi aprire Partita Iva.
R: Aprire una partita IVA mentre sei già un lavoratore dipendente è perfettamente legale purché rispetti le clausole contrattuali e fiscali pertinenti. Trovi a questo link una panoramica di dettaglio per guidarti nella tua esperienza da libero professionista
R: Il Bloomer riceve nuovi stimoli di crescita in contesti aziendali differenti e ha la possibilità di sperimentare, mantenendo però il proprio lavoro attuale.
R: Il datore di lavoro favorisce la crescita personale dei propri dipendenti, migliorando la loro soddisfazione e favorendo la retention dei talenti. Inoltre può firmare un patto di retention dove a fronte di una concessione di lavorare per Workbloom il Bloomer si impegna a rimanere in azienda per X tempo
R: Secondo il Decreto Legislativo 104/2022, art. 8, il datore di lavoro non può vietare al dipendente di svolgere un'altra attività lavorativa.
R: Il datore di lavoro deve regolamentare consulenze occulte o cumuli di impiego per garantire la conformità legale.
R: Il Bloomer sviluppa competenze trasversali lavorando in contesti diversificati e arricchisce il proprio network.
R: Il datore di lavoro garantisce un continuo aggiornamento e promuove la versatilità dei dipendenti.
R: Un Bloomer ha l'opportunità di ampliare il proprio network e migliorare la visibilità attraverso nuovi contatti e opportunità di scambio.
R: Il datore di lavoro può usufruire di risorse gratuite come potenziali clienti, fornitori e mentori esperti grazie alla rete esterna dei dipendenti.
R: Il Bloomer sviluppa sensibilità verso i trend di innovazione e può posizionarsi come first mover nel proporli.
R: Il datore di lavoro può acquisire indirettamente soluzioni innovative e nuovi approcci grazie alle esperienze del Bloomer.
R: Il Bloomer acquisisce visibilità e differenziazione nel mercato grazie alla partecipazione a più contesti lavorativi.
R: Il datore di lavoro può creare un’immagine di innovatore, aperto ed etico. Ad esempio, Google permette ai propri dipendenti di dedicare il 20% del tempo a progetti personali per incentivare crescita e retention.
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